Ricambio generazionale
Lotte tra generazioni e valori divergenti, in un mondo che sta cambiando ad altissima velocità.
Buongiorno, bentornato e bentornata su Retroterra! Il numero di oggi è dedicato ad un’idea che circola da parecchio tempo e che mi sembra strettamente legata all’identità delle nuove generazioni d’oggi: quella di ricambio generazionale.
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Le generazioni non esistono, come ci ricorda questo articolo di Priscilla de Pace pubblicato da Siamomine. Quello di ricambio generazionale, quindi, è un concetto parziale che serve ad inquadrare i contorni di un fenomeno storicamente complesso da analizzare nel dettaglio, ovvero le molteplici differenze di sensibilità e stile di vita che contrappongono persone cresciute in periodi diversi.
Basta avere un orecchio curioso ed attento per sapere che gli ultimi anni sono stati pieni di riflessioni relative alle diversità di approccio all’esistenza che distinguono gruppi di individui “giovani” - in cui possiamo includere gli appartenenti alla generazione dei Millennials e gli Zoomers - dai soggetti più attempati - la metto giù così per non offendere nessuno, provo ad uscirne pulito.
Ribadire l’imminenza di un ricambio generazionale significa rivendicare la distanza che una parte consistente degli under-40 percepisce rispetto a scelte di vita e modi di pensiero propri delle generazioni precedenti, quella degli appartenenti alla Generazione X e quella dei Boomers - indicativamente si tratta dei genitori dei ventenni d’oggi. Una necessità di descriversi per contrasto confermata dalla recente faida tra GenZ e Boomers, che ha avuto uno spazio di prim’ordine tra i trend memetici che si sono susseguiti dal 2019 ad oggi.
L’impressione è che le generazioni che sono da meno tempo al mondo siano convinte di avere poco da spartire con il modello di realtà costruito dai propri genitori e nonni. Le persone nate prima degli anni ‘80 sembrano essersi assestate su un impianto valoriale simile, senza strutturali differenze in termini di generazione: dopo la fase di ribellione giovanile - che ha visto fiorire movimenti di grande impatto come quelli nati nel 1968 - i Boomers hanno dato la sensazione di aver deposto le armi della protesta per lasciar spazio all’accettazione di un contesto sociale tutto sommato libero da increspature, grazie al diffuso benessere economico vissuto nella lunga fase di ricostruzione post-bellica.
La convinzione con cui gli Zoomers hanno intrapreso un percorso divergente da quello degli “adulti”, però, sembra aver creato un fossato incolmabile, un gap che difficilmente potrà rientrare, anche quando la maturazione degli adolescenti addolcirà alcune ostilità nei confronti di chi ha un’età variabile al di sopra dei quarant’anni - i riferimenti anagrafici sono poco esaustivi, ma provo comunque a dare qualche paletto più o meno stringente ed un punto di vista argomentato.
A partire dalla sensibilità sui temi ecologici e sui diritti civili, passando per l’abilità nell’uso di internet, per arrivare alla distanza siderale tra consumi e influenze culturali dei due gruppi di persone presi in esame - gli elementi su cui Zoomers e Millennials stanno costruendo le loro convinzioni sociali, culturali e politiche hanno rarissimi punti di contatto con quelli di GenX, Boomers e precedenti. Gli incroci sono saltuari ed eccezionali, quasi ironici; basti pensare che una delle poche esperienze culturali condivise e apprezzate da entrambi gli schieramenti è uno spettacolo televisivo come il Festival di Sanremo.
L’intenzione di prendere le distanze dal passato è talmente forte che, quando c’è stata da selezionare un’ambasciatrice dei principi a cui una fetta rilevante dei ragazzi d’oggi si affida, la scelta è ricaduta su una Zoomer come Greta Thunberg, già elevata a simbolo mondiale di battaglie ecologiste ed anti-capitaliste prima ancora di diventare maggiorenne. Un meccanismo che in un certo senso evidenzia come parte dei membri della Generazione Z non creda particolarmente ad una rappresentanza proveniente dalla politica tradizionale, fatta di persone più grandi d’età; è come se in molti pensassero che le uniche soggettività realmente in grado di abbracciare il cambiamento fossero i membri stessi delle nuove generazioni, che possono legarsi anche in fortunate collaborazioni che coinvolgono Zoomers e Millennials, come dimostra il caso di Alexandria Ocasio-Cortez.
Lo scenario mondiale è cambiato così profondamente dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi da rendere poco credibile la possibilità di un passo indietro da parte delle generazioni più giovani. Non ce li vedo, insomma, gli Zoomers tra trent’anni a sentenziare su quanto basti rimboccarsi le maniche per ottenere grandi risultati in ambito lavorativo o sull’importanza di trovare un posto fisso per avere una vita tranquilla.
Fa ridere ma anche riflettere.
Come sarà la realtà, allora, dopo la positiva riuscita di questo ricambio generazionale? Fare proiezioni è uno sport estremo in cui non ha senso lanciarsi, soprattutto in un luogo di analisi di stampo non scientifico come questo; si possono comunque far emergere alcune tendenze che sembrano indissolubilmente legate al futuro delle nuove generazioni. Senza dubbio avranno un ruolo i valori progressisti in parte citati in precedenza - sensibilità ambientale, attenzione alle minoranze, ampliamento nell’accesso ai servizi per tutte le fasce di popolazione - ma, come contraltare, pare che l’estrema destra susciti ancora un certo fascino in quote non indifferenti di giovani europei. Si dovrà convivere con disturbi psichici che colpiscono un numero crescente di persone in tutto il mondo, con una diffusa precarietà lavorativa e una profondissima crisi abitativa; ma si potrà contare sugli strumenti forniti da una conoscenza mai così accessibile, dall’accesso ad internet, da una consapevolezza sulla crisi climatica non banale.
Se il mondo in cui Boomers e GenX hanno raggiunto la stabilità economica e personale - che garantiscono l’ingresso nell’età adulta - non era poi così diverso da quello in cui facevano lo stesso i loro genitori, quello in cui Millennials e Zoomers stanno facendo esperienza di questa transizione avrà certamente poco a che fare con buona parte di ciò che è venuto in precedenza.
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