Bill Gates
Pur essendosi distinto per la sua filantropia, il fondatore di Windows è spesso al centro di critiche furenti.
Bentornata e bentornato su Retroterra. Mi sono domandato cosa renda così centrale nel dibattito contemporaneo la figura di Bill Gates, che dalle bufale sul Covid-19 al recente divorzio con la moglie è al centro di una tempesta di attenzioni negative da mesi.
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Bill Gates è un miliardario atipico. Ogni grande ricco del mondo ha interesse nel mostrare la propria buona volontà attraverso finanziamenti talvolta ambigui ad attività filantropiche di vario genere - Jeff Bezos ha creato un fondo per la tutela ambientale da 10 miliardi di dollari, anche se le consegne di Amazon sono estremamente inquinanti - ma nessuno tra loro si è impegnato in beneficienza come il fondatore di Microsoft.
La fondazione creata con la moglie - Bill & Melinda Gates Foundation - ha investito dal 2000 più di 50 miliardi di dollari in progetti di salute e sviluppo concentrarti soprattutto in territori particolarmente poveri. In una puntata della serie Netflix a lui dedicata, si parla del WC elaborato dalla fondazione per migliorare le condizioni igieniche nelle aree del mondo in cui le reti fognarie sono meno sviluppate.
Gates si è ritirato nel 2008 dal lavoro quotidiano nell’azienda e dal marzo 2020 non siede più nel consiglio d’amministrazione di Windows. Sostanzialmente ha deciso di godersi la ricchezza accumulata negli anni senza però svernare in un’isola caraibica, ma dedicando le sue giornate al lavoro della fondazione. Nell’ultimo anno le energie di quest’ultima si sono rivolte alla pandemia da Covid-19, con quasi 2 miliardi investiti per le cure contro la malattia causata da Sars-CoV-2.
Sembra di essere davanti al curriculum vitae di un personaggio che può ricevere soltanto attestati di stima, ma è bastato tenere gli occhi aperti negli ultimi dodici mesi per intuire che contro Gates si è scatenato un vero pandemonio. Il famoso intervento del 2015 ad un TED Talk - in cui metteva in guardia gli ascoltatori in relazione all’impreparazione dei governi di tutto il mondo all’arrivo di una nuova epidemia globale - si è trasformato in una sorta di indizio del suo coinvolgimento nella supposta creazione e diffusione del virus: Gates sapeva.
Le teorie cospirazioniste legate alla sua figura si sprecano. Nelle interviste ai complottisti radunati in piazza, il suo nome viene spesso citato nell’elenco dei grandi burattinai che starebbero tramando, alle spalle dei cittadini, l’applicazione di un piano volto a ridurre la popolazione mondiale. La sua figura è stata citata in relazione a supposte quote di proprietà del laboratorio di Wuhan - dove secondo alcune teorie fasulle sarebbe stato creato il virus - e riguardo all’idea che il vaccino sarebbe un dispositivo necessario ad impiantare un chip sottocutaneo per il controllo delle masse, ovviamente sotto il suo controllo.
La mal sopportazione generale nei confronti di Gates è cresciuta a dismisura, tanto da far passare in secondo piano i suoi sforzi per aiutare la comunità internazionale a contenere la crisi pandemica. Il New York Times l’ha paragonato a George Soros, l’imprenditore ungherese che da anni rappresenta uno dei bersagli preferiti da complottisti e movimenti di estrema destra.
L’immensa fortuna su cui Gates può sedere non rappresenta soltanto un accumulo di capitali bloccati in attesa di moltiplicarsi, ma una risorsa preziosa per sviluppare un intervento di livellamento di enormi diseguaglianze. È come svuotare il mare con un secchiello, ma di certo è un tentativo apprezzabile. Anche perché lo stesso Gates sostiene che il sistema americano dovrebbe costringerlo a pagare più tasse.
La recente notizia dell’imminente divorzio dalla moglie ha messo in luce, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, un’ostilità malcelata che nasconde insofferenza verso una personalità che sfugge allo stereotipo del miliardario capriccioso e dedito al solo profitto. Ovviamente si è parlato del patrimonio da spartire con Melinda, ma si sono sprecati strani retroscena. È spuntata anche una fantomatica amante.
A Gates non viene perdonata la non conformità del pensiero e l’attenzione concreta verso aree del mondo e categorie di persone marginalizzate nell’opinione pubblica, e solitamente non al centro dei pensieri di un paperone che vive in un’enorme maison negli Stati Uniti. Nel mondo ideale probabilmente i miliardari non dovrebbero esistere; in quello un po’ meno ideale, sarebbero tutti più simili a Bill Gates. E quindi estremamente più odiati.
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La sezione consigli della settimana è breve ma intensa. Ho ascoltato una toccante intervista del giornalista Mario Calabresi alla madre, uscita dopo la notizia dell’arresto di alcuni brigatisti in Francia che sono tra i responsabili della morte di Luigi Calabresi, padre del giornalista e poliziotto ucciso da membri del gruppo terroristico di Lotta Continua nel 1972. Musica: sto in fissa con le canzoni leggere italiane della seconda metà del secolo scorso. Ho una playlist su Spotify che puoi seguire e a cui puoi aggiungere altre chicche da farmi ascoltare. Il mio pezzo preferito del momento: Figli delle stelle di Alan Sorrenti.
È tutto. Fammi sapere se anche tu odi Bill Gates (spero vivamente di no, dai), condividi la newsletter se ti è piaciuta. Ci sentiamo presto.