Nudo artistico
La rappresentazione di un corpo senza vestiti, a cui siamo sempre più esposti, non deve per forza veicolare contenuti sessuali.
Eccoci qua amiche e amici. Questo è Retroterra, una volta contenitore Instagram, ora newsletter settimanale di riflessione sul contemporaneo. In questo numero parliamo di estetica del corpo, sessualità e arte.
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Smettiamo di dire che scrollare sui social è inutile. Nel tradizionale giro serale sulle storie di un giorno imprecisato nelle ultime settimana mi è piovuto davanti il post che lascio qui sotto.
La caption non è nulla di rivoluzionario, ma disarticola una connessione che raramente viene messa in discussione: quella tra rappresentazione del proprio corpo senza vestiti e ammiccamento sessuale.
L’enciclopedia di conoscenze artistiche condivise ci riporta un gran numero di raffigurazioni di nudità, anche in ambito sacrale, eppure secoli di repressione e censura degli istinti sessuali hanno probabilmente deviato un rapporto, quello tra l’uomo e il proprio corpo, che nell’antichità era certamente più armonioso.
Viola vive a Milano e studia filosofia. Gestisce il suo profilo Instagram con grande libertà, come se non avesse bisogno di grandi filtri tra ciò che pubblica e le foto che mette da parte nella galleria dell’iPhone. Siccome è un’amica, e siccome il suo profilo è pieno di corpi e forme combinati con una certa cura estetica, le ho chiesto del motivo per cui trova interessante la rappresentazione del corpo umano nelle fotografie.
Mi risponde così: “Può essere difficile scindere la corporeità dalla sessualità, eppure col corpo facciamo un sacco di cose. D’altra parte sarebbe anche sbagliato cadere nel comportamento opposto: è praticamente inevitabile che i riferimenti a natiche o seni comporti un travisamento degli intenti dell’immagine. Apprezzare la forma del mio seno non è peccato, ed è proprio questa l’enorme potenzialità del nudo artistico: non esistono peccati, non esistono regole”.
C’è un altro passaggio che mi prende particolarmente nel lungo messaggio con cui mi risponde. “Ogni giorno mettiamo in atto strategie per presentarci a noi stessi e agli altri. Quando siamo nudi questo “mascheramento” risulta più interessante perché non abbiamo a nostra disposizione i vestiti, una delle nostre maschere più efficaci”. Aggiunge: “Il corpo ci fornisce un repertorio pressoché infinito di elementi da considerare. Mi è capitato di prendere alcune mie foto in cui sono nuda e tagliare il braccio o la schiena, perché sono luoghi che hanno un forte impatto su di me e li trovo intriganti, oltre che visivamente piacevoli”.
Effettivamente le immagini che ritraggono persone nude trasmettono sempre una certa idea di libertà, di leggerezza, di intimità. Mostrano parti del corpo solitamente coperte, che aggiungono livelli d'interpretazione semplicemente con la loro presenza spiazzante. Allo stesso tempo è difficile sminuire una fotografia di nudo in un semplice atto seduttivo: guardate la foto qui sopra di John Lennon e Yoko Ono - ce ne sono altre che mostrano anche i genitali dei due - e provate ad elencare i concetti che trovate emergano dall’immagine. La sessualità è toccata solo per un attimo, a livello secondario, ma prima arrivano le linee armoniche formate dal corpo di Lennon, la sua posizione fetale e quella del braccio sinistro, che circonda perfettamente il viso di Ono.
I giochi geometrici e spaziali, la forza comunicativa di un corpo mostrato nella sua interezza, l'ebbrezza di mostrarsi in uno scatto senza nessun filtro - in senso materiale - tra sé e l’osservatore. Le opere che ritraggono il nudo hanno un potenziale espressivo elevatissimo, che va ben oltre la semplice eccitazione sessuale.
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Un pensiero semplice e rapido che avevo lì da un po’. Ringrazio Viola Bianchi Michiel per la partecipazione :) Ah, a proposito di lunghezza: come vi sembrano queste prime mail che sto mandando? Vorreste cose più lunghine? Fatemi sap, come si dice. Avviso che in un momento imprecisato della prossima settimana potrebbe arrivare un’edizione speciale su SanPa, perché voglio dire un paio di cosette col ditino alzato. Voi, come sempre, diffondete il verbo: condividete, likate, commentate, seguite su Instagram e dovunque vi renda felice avermi tra i following.
Lunga vita al nudo